Quest'anno abbiamo partecipato alla Milano Digital Week nella sua versione forzatamente online dal titolo "Città Trasformata": è stata una possibilità di discutere di tecnologie applicate alla psicologia col pubblico collegato da tutta Italia.
Il nostro intervento è stato sviluppato attorno ai temi di nostra competenza ed esperienza clinica, ovvero:
la realtà virtuale, con la sua capacità di emozionare e, in particolare, il suo collegamento con la possibilità di aiutare a superare la paura
una riflessione più estesa sul ruolo della tecnologia in psicologia, con attenzione specifica ai sensori indossabili (wearable) e alle app per la gestione dei ritmi corporei
La possibilità di lavorare in collaborazione con l'Università Cattolica e il Centro Medico Santagostino ha reso più affascinante la riflessione operativa su questi temi.
La realtà virtuale può essere emozionante ed è proprio questo suo potenziale a renderla utile nel contesto psicologico: se non è in grado di far percepire al paziente una sensazione fisica chiara o una emozione riconoscibile su cui lavorare, non è utile all'intervento. La capacità di utilizzare la realtà virtuale per toccare specifiche corde emotive differenzia un utilizzo della realtà virtuale come strumento tecnologico di intrattenimento rispetto alla sua possibile efficacia clinica per la gestione emotiva di alcune situazioni psicologiche. Per quanto riguarda l'emozione specifica della paura, la realtà virtuale si propone come trattamento di elezione per i sintomi fobici in quanto permette di avvicinarsi a ciò che ci spaventa in una modalità al tempo stesso coinvolgente e protetta.
I supporti tecnologici che utilizziamo sono sempre finalizzati al potenziamento dell'intervento clinico. Ammettiamo che ci piace scoprire sempre nuove applicazioni e strumenti a disposizione, tuttavia resta saldo il principio clinico di utilizzare solo quelle che riescono a portare un valore aggiunto al setting clinico. Il potenziale di una strumentazione tecnologica, sia software (come le varie app) sia hardware (come i vari wearable device), è dato sia dall'aspetto tecnologico sia dalla competenza e l'esperienza di utilizzo nel contesto di intervento clinico.
Alla nostra partecipazione alla Digital Week è mancata solo l'interazione reale con le persone interessate e i possibili pazienti. A conclusione delle nostre presentazioni, però, il dolce è stato rappresentato dalle domande che hanno comunque potuto rivolgerci per comprendere in che modo le tecnologie possono alleviare il disagio psicologico e aumentare il proprio benessere.
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